Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica di Trani,
ha emesso un decreto di sequestro preventivo, di denaro e beni per un valore di oltre 5 milioni, la cui esecuzione è stata delegata ai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, unitamente a militari dei Comandi Provinciali di Barletta-Andria-Trani e Foggia.
Le persone destinatarie del provvedimento cautelare sono indagate (accertamento compiuto nella fase delle
indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa), in
concorso tra loro, per l’ipotesi delittuosa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. L’odierna operazione costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani e svolta dalla Guardia di Finanza, che ha consentito di disvelare un sodalizio criminale dedito ad avanzare indebite richieste di accesso ai c.d. “bonus edilizi” per fittizi interventi di ristrutturazione immobiliare.
Nel dettaglio, l’attenzione investigativa si è focalizzata su ipotesi di indebito utilizzo dei cc.dd. “bonus facciate”, “ecobonus” e “bonus ristrutturazione”, agevolazioni che consentivano la detrazione fiscale delle spese sostenute, fino al 90%, ovvero la possibilità di utilizzare in compensazione il relativo credito d’imposta o di cederlo a terzi, monetizzandolo, ai sensi dell’art. 121 del c.d. “Decreto Rilancio” (D.L. n. 34/2020).
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P., i riscontri investigativi delegati dall’Autorità Giudiziaria
tranese al Nucleo PEF Bari, consistiti principalmente in acquisizioni documentali, successive analisi e
approfondimenti economico-finanziari, avrebbero consentito di accertare (allo stato, fatta salva la valutazione
nelle fasi successive con il contributo della difesa) la fittizietà dei crediti d’imposta correlati ai “bonus edilizi”, per oltre 8 milioni di euro, in considerazione dell’attestazione, da parte di 33 persone fisiche, di dati non veritieri, ovvero l’esecuzione di lavori edili su immobili inesistenti nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia.
Successivamente, 25 indagati avrebbero “monetizzato” detti crediti, cedendoli ad un ignaro istituto finanziario
autorizzato e incassando più di 5 milioni di euro, importo oggetto dell’odierno sequestro quale profitto del reato
di truffa aggravata, mentre negli altri casi il medesimo intermediario avrebbe rifiutato la cessione.
Gli esiti dell’attività d’indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante impegno profuso dalla
Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica, nell’efficace contrasto dei fenomeni illeciti che
ostacolano il corretto impiego delle risorse pubbliche messe a disposizione della collettività per favorire la
ripresa dell’economia e l’ammodernamento del nostro Paese.
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